Prevenzione del tumore al seno: esami e controlli da non dimenticare

La prevenzione del tumore al seno è un tema fondamentale per la salute delle donne di tutte le età. Grazie alla diagnosi precoce, oggi è possibile individuare eventuali anomalie in fase iniziale, aumentando le possibilità di trattamento e riducendo l’impatto della malattia sulla qualità della vita. Conoscere gli esami da effettuare e i segnali da non sottovalutare può fare la differenza.

Perché è importante la prevenzione?

Il tumore al seno è la forma di cancro più comune tra le donne, ma i progressi della medicina hanno dimostrato che la diagnosi precoce può salvarci la vita. Questo risultato è raggiungibile attraverso la consapevolezza e il rispetto di un calendario di controlli periodici.

Secondo i dati, circa il 90% delle donne che scoprono la malattia in fase iniziale sopravvive a cinque anni dalla diagnosi. Questo dato ci ricorda quanto sia essenziale prendersi cura di sé attraverso la prevenzione.

Gli esami di prevenzione

1. AUTOPALPAZIONE AL SENO

È il primo gesto di prevenzione, semplice e accessibile a tutte. Si consiglia di eseguire l’autopalpazione una volta al mese, preferibilmente una settimana dopo il ciclo mestruale. Durante questo controllo, è importante osservare e sentire eventuali cambiamenti nella consistenza del seno o nella presenza di noduli. Tuttavia, l’autopalpazione non sostituisce gli esami clinici, ma rappresenta un valido supporto per individuare alterazioni che meritano ulteriori approfondimenti.

Come si fa?

  • Solleva un braccio e usa l’altra mano per esplorare il seno con movimenti circolari.
  • Controlla eventuali irregolarità anche nella zona dell’ascella.
  • Osserva se ci sono cambiamenti visibili come arrossamenti, retrazioni cutanee o secrezioni dal capezzolo.
2. VISITA SENOLOGICA

La visita senologica è condotta da uno specialista che valuta la salute del seno attraverso un esame clinico approfondito. È consigliata a tutte le donne, indipendentemente dall’età, soprattutto in caso di familiarità con il tumore al seno.

Quando farla?

  • Annualmente a partire dai 30 anni.
  • Prima, in presenza di fattori di rischio specifici.
3. ECOGRAFIA MAMMARIA

L’ecografia è un esame diagnostico che utilizza ultrasuoni per analizzare il tessuto mammario. È particolarmente utile per le donne con tessuto mammario denso, comune nelle fasce di età più giovani.

A cosa serve?

  • Identificare cisti, noduli o altre anomalie non rilevabili tramite palpazione.
  • Approfondire sospetti evidenziati durante una visita senologica.

Periodicità consigliata:

  • Ogni 1-2 anni nelle donne sotto i 40 anni.
4. MAMMOGRAFIA

È l’esame radiografico di riferimento per la diagnosi precoce del tumore al seno nelle donne sopra i 40 anni. Grazie all’alta sensibilità, permette di individuare lesioni anche molto piccole, prima che siano percepibili al tatto.

Come funziona?

  • Si utilizza una bassa dose di raggi X per creare immagini dettagliate del seno.
  • Spesso è associata a un’ecografia per aumentare la precisione diagnostica.

Quando farla?

  • Ogni due anni tra i 40 e i 69 anni, secondo le linee guida italiane.
  • Annualmente in caso di predisposizione genetica o anamnesi familiare positiva.
5. RISONANZA MAGNETICA MAMMARIA

Questo esame avanzato utilizza campi magnetici per fornire immagini dettagliate del seno. È indicato soprattutto per le donne ad alto rischio, come quelle con mutazioni genetiche BRCA1 e BRCA2.

Perché sceglierla?

  • È particolarmente sensibile nella rilevazione di tumori anche di piccole dimensioni.
  • Si utilizza come approfondimento in casi complessi o per monitorare donne già trattate per tumore al seno.

Quando è indicata?

  • In caso di familiarità molto forte con tumori al seno e/o ovarici.
  • Come esame complementare alla mammografia ed ecografia in situazioni specifiche.
6. TEST GENETICI

Per le donne con una storia familiare importante, i test genetici possono identificare mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2, aumentando la consapevolezza del rischio personale e aiutando a pianificare strategie di prevenzione mirate.

Come funzionano?

  • Si preleva un campione di sangue o saliva per analizzare il DNA.
  • In caso di positività, si valuta un programma di prevenzione intensiva o interventi preventivi.